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Come ridurre le rimanenze di magazzino?

Cosa c’è nel magazzino della tua impresa? Sai rispondere a questa domanda?

Gran parte delle Piccole e Medie Imprese con cui ci confrontiamo ogni giorno, spesso confondono il magazzino con una sorta di ripostiglio. Qui si accumulano in modo caotico scarti di produzione, materie prime, semilavorati e altri oggetti non destinati alla produzione, né alla vendita.

Se in questa descrizione hai rivisto il magazzino della tua azienda, ecco un promemoria per te.
I materiali che accumuli senza troppa cura hanno un nome e un peso economico: si chiamano rimanenze e incidono in maniera importante sul bilancio, sul costo del capitale, sulla liquidità e sulle risorse a disposizione per gli investimenti.

Come si fa a ridurre le rimanenze di magazzino?
Cambiare approccio è il primo passo.
Non oggetti, ma valore: immagina di avere gli scaffali del magazzino occupati da banconote, anziché da oggetti.

Il magazzino, soprattutto per le aziende manifatturiere che producono o assemblano, va diretto con moltissima attenzione.
Qui ti spieghiamo come gestirlo, al fine di ridurre le rimanenze.

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Le rimanenze di magazzino sono quei beni acquistati da un'azienda destinati alla produzione o alla vendita, che non vengono utilizzati o venduti entro la fine dell’anno (31 dicembre, quando si chiude il bilancio e l’esercizio in corso).

Diventano merce in giacenza che non ha generato valore.

Le rimanenze devono tassativamente essere sottoposte a:

  • quantificazione - bisogna contare materialmente quale e quanta merce invenduta è presente attraverso l’inventario;

  • valutazione - è necessario attribuire un valore alle rimanenze in modo da contabilizzarle.

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Materie prime, sussidiarie e di consumo

Le materie prime sono quei materiali che, attraverso una serie di processi di lavorazione, diventano prodotti finiti.

Per esempio, il legno è la materia prima principale di un’azienda manifatturiera che produce tavoli e scrivanie.

Le materie sussidiarie e di consumo sono quei prodotti che entrano nel processo produttivo ma in misura marginale rispetto alle materie prime.

Per esempio, chiodi, colla, vernici e maniglie per cassetti.

Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati

Sono componenti del prodotto finito oppure prodotti ai quali mancano ancora alcune fasi di lavorazione prima dell’idoneità per la vendita.

Per esempio, nel caso dei tavoli, sono piedi, cassetti e piani oppure tavoli già assemblati, da verniciare e rifinire.

Lavori in corso su ordinazione

Un lavoro in corso su ordinazione viene realizzato a partire da specifiche richieste del cliente. Fanno parte di questa categoria materie prime, materie sussidiare e semilavorati destinati a quelle commesse.

Prodotti finiti

I prodotti finiti sono quelli pronti per essere commercializzati, quindi, restando al nostro esempio, tavoli e scrivanie che hanno completato tutte le fasi della trasformazione.

Acconti

Si tratta degli acconti inviati ai fornitori per acquistare merce che è oggetto delle rimanenze di magazzino.

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Sono da considerarsi rimanenze di magazzino anche:

  • le rimanenze di magazzino che si trovano in altri stabilimenti della stessa azienda;

  • le merci che non sono ancora fisicamente nello stabilimento, ma sono già state acquistate (con trasferimento dei rischi e dei benefici).

Non sono rimanenze i beni ricevuti da terzi in prova, in conto deposito o in conto lavorazione.

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  • Media Ponderata. È utile per valorizzare le materie prime. Si calcola dividendo il valore di tutti gli ordini di un determinato bene per le unità acquistate. Il risultato si moltiplica per la quantità delle rimanenze, così da ottenere il valore delle stesse.

  • FIFO. Questo metodo di valutazione da per assodato che i primi beni ad essere acquistati siano anche i primi ad uscire dal magazzino. Nel caso di prodotti deteriorabili, si sottintende che ad essere venduti siano prima quelli in scadenza.
    In questo modo, è più facile calcolare il valore delle rimanenze, in quanto corrisponde quello dell’ultimo lotto.

  • LIFO. È il contrario del FIFO. Prevede che le merci acquistate più di recente siano le prime ad essere vendute. È un metodo usato perlopiù da imprese che dispongono di grandi scorte. Il rischio derivante dall’utilizzo del metodo LIFO è che le merci acquistate per prime diventino obsolete.

È importante che il metodo selezionato sia poi utilizzato anche successivamente, anno dopo anno.

È opportuno valutare quale sia il criterio migliore per calcolare il valore del magazzino, con il supporto di un consulente fiscale.

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  • Cattiva gestione del magazzino. Un magazzino alto evidenzia uno scompenso nel rapporto tra perdita e guadagno - hai venduto troppo poco o hai acquistato più merce del dovuto.

  • Rischio di obsolescenza alto. Se la merce non gira, è più facile che invecchi e che perda valore.

  • Magazzino alto, costi di gestione alti.

Per tenere basso il magazzino è necessario pianificare le forniture e la produzione. Per fare ciò devi fare attenzione al controllo di gestione (affidati al nostro servizio AFC, se non sai da dove iniziare) e rivedere le attività del reparto della produzione (possiamo aiutarti a reingegnerizzare i processi produttivi con il servizio CPP).

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Evitare di avere tante rimanenze è possibile? Quali metodi adottare e come comportarsi?

Ecco una serie di suggerimenti utili che puoi mettere in pratica fin da subito.

Tieni d’occhio l’indice di rotazione

È l’indicatore che ti dice quante volte un determinato prodotto si è rinnovato all’interno del magazzino in un prestabilito periodo di tempo.

Si ricava dal rapporto tra il valore delle vendite e valore delle giacenze di un bene. Un indice di 5 calcolato su un’annualità rivela che lo stock di quel bene ruota (si rinnova) per 5 volte l’anno.

L’indice di rotazione ti serve a capire quanto tempo impiega ogni bene a farti recuperare quello che hai investito per acquistarlo. In questo modo, riesci a distinguere gli articoli ad alta rotazione da quelli a bassa rotazione. Queste informazioni sono utili per la gestione delle forniture, per la disposizione fisica del magazzino e per la pianificazione della produzione.

Utilizza il metodo Just in Time

È uno strumento che fa capo al metodo Lean (clicca qui e scopri il metodo che ti fa crescere a piccoli passi) che induce a produrre solo quello che si è già venduto o che si venderà in tempi brevi.
Adottare il metodo JIT permette all’azienda di non accumulare scorte in eccesso. Si acquistano solo le materie prime che servono per preparare i prodotti finiti che usciranno presto dal magazzino, si vende e si ricomincia. Questo metodo riduce gli sprechi di tempo, materiale, denaro e potenzia la qualità, l’efficienza e il servizio clienti.

Fai bene l'inventario

L’inventario è una lista che certifica la quantità e lo stato qualitativo di ogni bene che si trova nel tuo magazzino. Sarà pure una scocciatura, ma ti serve a gestire la merce e a capire come sta andando la produzione (cosa che non devi solo attestare, ma anche provvedere a correggere). Per fortuna, con un buon software gestionale o ERP, impostato correttamente, questo lo si fai (quasi) in automatico.

In alternativa al software dedicato, ecco come procedere:

  • apri un file Excel;

  • usa un foglio diverso per ognuna delle seguenti categorie - merci deteriorate, stock obsoleti (che generano costi di stoccaggio inutili), materie prime, semilavorati, prodotti finiti o merce pronta per la vendita;

  • stila delle tabelle riassuntive dettagliate con quantità e dettagli sulla qualità.

Sfrutta i saldi

L’inventario serve proprio per raddrizzare il tiro durante il corso dell’anno, se abbiamo capito che alcuni prodotti hanno scarsa rotazione.
Si può intervenite utilizzando i saldi come strumento per liberarti dalle rimanenze di magazzino. Non solo a fine anno, ma anche prima che le rimanenze diventino tali.

Oltre ai classici Black Friday e Cyber Monday, programma delle offerte per scontare i prodotti in eccedenza e alleggerire il magazzino. Puoi usare come “pretesto” una ricorrenza particolare che ha a che fare con la tua attività o giornate internazionali inerenti ai tuoi prodotti o servizi. In più, ogni settore ha i suoi periodi dedicati ai saldi.

I saldi fanno parte di un piano di comunicazione e promozionale. Se non sai da dove partire, scopri il nostro servizio MEP - Marketing Engineering Process dedicato alle attività commerciali e strategiche.

È da ponderare, calcolatrice alla mano, la percentuale dello sconto, al fine da non andare in perdita.

Rivedi la strategia di marketing

La produzione non è affatto l’unica responsabile delle rimanenze di magazzino.
Tutti i reparti possono contribuire affinché questo non avvenga.
Il marketing ha un impatto significativo: ha il compito di trasmettere al pubblico l’offerta e di comunicare il suo valore in termini di vantaggio rispetto alle vendite normali.

È importante mettere in discussione le attività del marketing di frequente, a prescindere dagli scarti del magazzino. Stiamo comunicando correttamente quello che vendiamo? Il linguaggio è comprensibile dal target? Si capisce quanto il nostro prodotto sia di valore?

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I beni possono essere eliminati o rottamati, previa comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
La distruzione volontaria è suggerita in casi estremi in cui è più conveniente liberarsi dalla merce che venderla. Per esempio in caso di merce invendibile, con valore o richiesta sul mercato molto bassi.

Nel caso di merce obsoleta, si può pensare a una donazione a titolo gratuito nei confronti di enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni aventi esclusivamente finalità di assistenza, beneficenza, educazione, istruzione, studio, ricerca scientifica e alle Onlus (articolo 10 comma 12 del DPR 633/1972). Così facendo le operazioni di cessione risulteranno esenti da IVA.
Anche in caso di donazione la comunicazione all’Agenzia delle Entrate è tassativa.

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E’ vero, sembra tutto complesso e non immediato. Guardiamoci dentro insieme!
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Articolo scritto in collaborazione con: